E’ un lapideo noto come la “Pietra di Serrenti”, il suo utilizzo era ed è particolarmente apprezzato dagli operatori del settore edile per le pregiate caratteristiche chimiche e meccaniche.
La Pietra di Serrenti è una Trachi-andesite di colore grigio cinerino con elevata componente silice che gli conferisce inalterabilità agli angeti atmosferici e chimici, pertanto ottima curabilità.
Le applicazioni nell’uso della Pietra di Serrenti sono le più diverse e vanno dall’edilizia pubblica e privata, all’arredo urbano e alla realizzazione di opere artistiche; le apprezzate caratteristiche meccaniche e l’aspetto estetico la rendono infatti adatta ad ogni tipo di applicazione con il vantaggio di essere un materiale estremamente economico.
La Storia
La cava di Monti Atzorcu
Alla fine del diciannovesimo secolo, in un periodo non databile con precisione, vengono aperte con criteri moderni (probabilmente dall’impresa Picchi che aveva numerose maestranze toscane e forse era pur essa toscana)le cave di trachite di Monte Atzorcu.
Altre cave di trachite grigia di colore però più chiaro esistevano già in precedenza sulla collina M. Ibera ma furono poco sfruttate perché fornivano un materiale facilmente attaccabile agli agenti atmosferici.
La trachite grigio scura di Monti Atzorcu, resiste, scolpibile e facile allo spacco per la produzione di cantonetti, venne usata probabilmente dalla stessa impresa Picchi per la costruzione del mercato coperto di Cagliari, (S. Chiara) avvenuta tra il 1882 e il 1886 su disegno di Enrico Melis (presumibilmente la prima applicazione su opere pubbliche di rilevante importanza).
E’ da ritenersi quindi che l’apertura delle nuove cave di Monte Atzorcu sia avvenuta in data se non identica almeno assai prossima alla costruzione del mercato coperto di Cagliari.
In concomitanza con questo fatto e per la presenza a Serrenti di buoni scapellini, tra cui Emanuel Tiddia(1860-1940), e di un toscano, certo (Gabriele Palandri nato a Montelupo Fiorentino nel 1846 e morto a Serrenti nel 1914, inizia in quel periodo la diffusione della Pietra di Serrenti, in tutto il campidano e la Sardegna.
Solo negli anni sessanta e settanta, l’attività estrattiva delle cave di Monti Atzorcu, ha vissuto un periodo di declino, dovuto all’evento del calcestruzzo e all’uso irrazionale dei suoi manufatti, pertanto la produzione di blocchi è stata rivolta particolarmente alla realizzazione di specifici costruttivi di interesse architettonico e alla produzione di arredi urbani, nonché alla creazione di sculture ed opere architettoniche eseguite da artisti sardi di fama nazionale ed internazionale grazie alle numerose mostre in diversi paesi europei (Germania, Belgio, etc…).
La tradizione è stata salvaguardata in questo ultimo trentennio dalla passione di alcuni scalpellini locali, e fra questi, un merito particolare va attribuito al Maestro scalpellino Antonio Argiolas noto come “Don Boi” che da oltre quarant’anni svolge ininterrottamente questa professione con grande maestria e spiccato impulso artistico.
Negli anni ottanta è rinato nei progettisti un nuovo interesse verso i lapidei ornamentali, riproponendoli nelle progettazioni d’importanti opere pubbliche.
Le Opere
Realizzate con la Pietra di Serrenti
La Pietra di Serrenti proviene dalla cava di M. Atzorcu, sulla quale ha acquisito il diritto alla coltivazione la Sarda Trachiti, costituita da operatori edili locali.
Da questa cava sono stati estratti i materiali per la costruzione di opere pubbliche di notevole importanza, quali:
- Cagliari – Palazzo di Giustizia, Porto, cimitero di San Michele, portici di Via Roma, mercato di Santa Chiara, le chiese di San Francesco e San Paolo e altri.
- Decimomannu – Aeroporto militare .
- Cabras – la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta.
- Villacidro – Lavatoio Comunale
- Scuole, asili, piazze, arte funeraria ed altro in tutto il Campidano.
- Opere di bonifica idraulica a Sanluri Stato ad Arborea etc…
Sono solo alcuni esempi delle opere realizzate, ma sicuramente sufficienti a testimoniare le qualità, la resistenza, la duttilità e il piacevole effetto estetico del lapideo prodotto a Serrenti.
La Prova del Tempo
I risultati, a distanza di anni, sono tangibili.
La Pietra di Serrenti ha retto il confronto con i surrogati del cemento, dimostrando di avere qualità sicuramente superiori al calcestruzzo e a molti altri lapidei.
Oggi si assiste ad un rinnovato e spontaneo interesse per il recupero dei fabbricati costruiti con la tipica “Pietra di Serrenti”, l’effetto estetico è apprezzabile per il contrasto che si riesce a produrre col gioco delle luci ed ombre e per il colore caldo ed opaco che ben si adatta anche per località fredde e verso le quali potrà essere rivolto l’interesse per lo sfruttamento economico delle cave di Monti Atzorcu.
La Sarda Trachiti si propone oggi nel mercato, con la convinzione di poter soddisfare pienamente la propensione verso i materiali naturali, è pertanto a Vostra disposizione per ulteriori informazioni e preventivi di spesa.