Le rocce magmatiche o rocce ignee derivano dal consolidamento di un magma, massa fusa costituita principalmente da silice e da altri ossidi di alluminio, ferro, magnesio e calcio, che si forma in profondità dalla fusione di masse solide preesistenti. Quindi, sebbene l’etimologia latina (ignis, fuoco) faccia pensare al processo della combustione, le rocce ignee più che altro trovano la loro origine in un fenomeno di fusione all’interno della crosta o del mantello superiore.
Il basalto è una roccia diffusissima nella Sardegna centrale e con essa sono state edificate tutte le opere che ne hanno contrassegnato la storia, dalle prime opere megalitiche ai nuraghi, dalle strada romane ai palazzi rinascimentali, fino alle case dei nostri padri.

Poi, con l’avvento delle moderne tecniche edilizie, il basalto è stato rifiutato e visto come retaggio di un passato povero e ormai alle spalle, mentre il mattone e il cemento hanno avuto un significato di progresso e di emancipazione; questo ha comportato, oltre al degrado urbano che tutti possiamo constatare, anche una perdita di identità culturale e di figure professionali che avevano le loro radici in tempi in cui si è ormai persa la memoria.

Recentemente, con la riscoperta e valorizzazione della cultura sarda, anche il basalto è stato rivalutato: diversi artigiani si sono attrezzati e piccole imprese sono sorte per soddisfare la crescente domanda di manufatti; cosi molte strade sono state nuovamente lastricate e molti intonaci sono caduti per mostrare con orgoglio i vecchi muri di “contonadas” precedentemente costruiti  con il basalto.

I campi di impiego in cui l’uso del basalto è ottimale sono molteplici: la sua indistruttibilità lo rende insuperabile negli arredi urbani e le infinite tonalità cromatiche ne fanno un materiale per rifiniture di pregio del quale gli architetti sono entusiasti; il basalto non è disdegnato neppure in elementi di carattere strutturale, quali colonne per loggiati, al posto del più freddo calcestruzzo.